Test: Leofoto. Treppiede LN-364C, testa a sfera LH-55

Test di bloccaggio bilanciato con e senza frizione:

Questo test è del tutto simile al precedente. Il punto di ancoraggio al cavalletto è stato cambiato, portandolo da sotto il corpo macchina a sotto l’anello-collare di fissaggio (tipo Canon A II) presente sull’obiettivo utilizzato, un 300mm f/4 moltiplicato 1.4x montato su cavalletto Leofoto LN-364C.

Le teste messe sotto prova sono state: Leofoto LH-55, Manfrotto 468mgrc4.

L’utilizzo del punto di ancoraggio sotto la lente al posto di quello classico sotto il corpo macchina ha dei chiari vantaggi di stabilità dato che ci si avvicina molto al punto d’equilibrio baricentrico. In questo test, avendo un sistema quasi in equilibrio, si riesce a muovere il “blocco lente-corpo” con molta più facilità e senza dover utilizzare un cavalletto di supporto e quindi è anche minore lo scarto fra posizioni confrontate prima e dopo il serraggio della sfera. Da qui il termine “bilanciato”.

test-blocco-sfera-bilanciato-lh55-con-frizione-seconda-prova-by-guerrini-stefano

Nell’immagine qui sopra d’esempio si sono osservati gli spostamenti in pixel avvenuti nell’inquadratura fra le immagini prima e dopo il serraggio della sfera. In ogni caso si è andati poi a calcolare lo spostamento diagonale sul piano xy fotografato. La sequenza del test è la seguente:

  • inquadratura del foglio graduato e scatto con autofocus di una PRIMA immagine. La macchina fotografica è stata impugnata con la sola mano destra.
  • serraggio della sfera della testa provata con la mano sinistra, cercando contemporaneamente di mantenere la posizione inquadrata tenendo sempre la macchina fotografica con la mano destra. Azione questa facilitata dal fatto che nel precedente punto si partiva da una posizione d’equilibrio del “blocco corpo-lente”(soprattutto per LH-55). A serraggio avvenuto (senza spostare il cavalletto) si è posizionato su manuale il selettore dell’autofocus e si è scattata una SECONDA fotografia.

Si è scelto di ripetere il test in due situazioni differenti: senza frizione e con utilizzo della frizione.

Come è ovvio attendersi, utilizzando la frizione si è facilitati nel mantenere l’inquadratura scelta nel passaggio da sfera libera a sfera serrata, nonostante si parta sempre da una situazione d’equilibrio facilmente mantenibile.

Di seguito sono riportati in un diagramma i movimenti in pixel sul piano x, y inquadrato dei singoli casi testati così come sono stati osservati:

Diagramma-Scostamento-in-pixel-serraggio-bilanciato-Manfrotto-Leofoto-by-Guerrini-Stefano

E di seguito lo stesso diagramma con i valori calcolati in percentuale rispetto al valore minore:

Diagramma-Scostamento-in-percentuale-serraggio-bilanciato-Manfrotto-Leofoto-by-Guerrini-Stefano

Come si vede l’utilizzo della frizione aiuta a limitare lo spostamento dell’inquadratura. Tale spostamento risulta però presente in ogni caso. Il meccanismo che va a bloccare la sfera porta a piccoli ed inevitabili movimenti d’inquadratura.

E’ evidente che il tipo di meccanismo di blocco adottato da Manfrotto (blocco idrostatico), rispetto a quello adottato da Leofoto, in questo test bilanciato, va ad influire meno sullo spostamento dell’immagine inquadrata. Le differenze sono notevoli in senso relativo anche se minime in senso assoluto.

test-blocco-sfera-bilanciato-468mgrc4-con-frizione-by-Guerrini-Stefano

Considerazioni sui test di bloccaggio bilanciato/sbilanciato: la posizione bilanciata rispetto a quella sbilanciata ci permette di avere una misurazione meno soggetta ad errori. Ma in che senso e perché? Prima di tutto è una situazione che si avvicina di più ad un utilizzo reale visto che è prassi utilizzare come punto di aggancio al cavalletto quello presente sulla lente e non sul corpo macchina in caso di lenti di grandi dimensioni.

In entrambi i casi, resta però sempre da considerare che quando si monta il “blocco lente-corpo” sulla testa del cavalletto non si ha mai un sistema indeformabile come se avvitassimo una piastra di ferro su un supporto di ferro. Usando il live view della fotocamera infatti è molto facile verificarlo. Una volta che è stata serrata la testa su cui abbiamo montato la macchina fotografica, se si imprime una forza all’estremità dell’obiettivo toccandolo con un dito, si hanno degli inevitabili spostamenti d’inquadratura che non dipendono solamente dalla testa e dal cavalletto utilizzati. Gli spostamenti indotti sono evidenti e sono causati da uno o più singoli movimenti fra i vari componenti agganciati fra loro: obiettivo, corpo macchina, battery grip (se presente), piastra di aggancio, testa, cavalletto. Ogni piccola flessione dei singoli componenti va a sommarsi in quello che è il movimento totale e finale che si evidenzia nello scostamento dell’immagine inquadrata prima e dopo l’avvenuta impressione di una certa forza.

In particolare il rivestimento delle piastre di aggancio che è in materiale gommoso e l’avere un unico punto di aggancio al corpo della fotocamera sono la cause principali dei movimenti.

I due test di serraggio che sono stati fatti (sbilanciato e bilanciato) sono quindi soggetti a questo tipo di errore, il primo in maniera maggiore rispetto al secondo. Se ne deve tener quindi conto quando si vuole valutare la prestazione di una testa rispetto ad un’altra.

I risultati dei due test di bloccaggio della sfera (bilanciato e sbilanciato) non vanno confrontati uno con l’altro perché sono stati effettuati con due lenti diverse.

Il test di carico, nella pagine seguenti, è invece privo di questo errore perché si andrà ad imprimere una forza direttamente sulla piastra, escludendo quindi le deformazioni che non siano derivate dalla testa o dal cavalletto.

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